Chi siamo

Alarm Phone non è un numero per salvataggi ma un contatto di emergenza in supporto alle operazioni di salvataggio.

Alarm Phone non può effettuare salvataggi. Non siamo fisicamente presenti nel Mediterraneo e non abbiamo imbarcazioni né elicotteri. Se siete in difficoltà o in pericolo, o se le autorità stanno effettuando un respingimento, seguite questa procedura:

  1. Chiamate la guardia costiera e comunicate la vostra situazione di emergenza.
  2. Chiamate Alarm Phone. Ci assicureremo che la vostra richiesta di soccorso venga gestita.
  3. In caso non veniate soccorsi immediatamente dalla guardia costiera, chiamate Alarm Phone di nuovo. Informeremo le organizzazioni umanitarie e i media affinchè facciano pressione sulle operazioni di soccorso.

Vogliamo supportarvi e proteggere la vostra vita e il vostro diritto alla libertà di movimento. Per ulteriori informazioni leggete la sezione Sicurezza a mare (Inglese-Francese-Arabo e altre lingue)

Per ulteriori informazioni sulla situazione dei rifugiati nei diversi paesi Europei, seguite questo link. Per mettervi in contatto con noi, cliccate qui.

Come è iniziato

Watch The Med Alarm Phone è stato creato nell’ottobre del 2014 da reti di attivisti e attori della società civile in Europa e Nord Africa. Il progetto ha istituito un numero di emergenza auto-organizzato per migranti in difficoltà nel Mar Mediterraneo. Il nostro obiettivo principale consiste nell’offrire una più ampia visibilità all’SOS dei migranti in difficoltà. Alarm Phone documenta la situazione, informa le guardie costiere e, quando necessario, mobilita ulteriori possibilità di soccorso in tempo reale. In questo modo possiamo, almeno in una certa misura, esercitare pressione sulle entità responsabili per il salvataggio affinché si evitino respingimenti e altre forme di violazioni dei diritti umani nei confronti di migranti in mare.

Le guardie costiere responsabili sono a conoscenza di questo progetto e interagiamo in un modo rispettoso e collaborativo. La nostra critica nei confronti del regime letale di controllo dei confini è diretta in primo luogo agli attori politici dell’UE. Se le guardie costiere non intervengono tempestivamente, cercheremo, da un lato, di far cominciare le operazioni di salvataggio facendo pressione sull’opinione pubblica. Successivamente tenteremo di allertare navi cargo e mercantili nelle vicinanza dell’imbarcazione in pericolo.
Il numero di Alarm Phone è diffuso principalmente attraverso contatti diretti con le comunità di migranti e rifugiati nei paesi di transito del Nord Africa e in Turchia. Inoltre, distribuiamo volantini con informazioni sui rischi legati all’attraversamento del Mar Mediterraneo.

Il progetto è attivo in tutte le tre regioni da cui migranti e rifugiati tentano di raggiungere i paesi europei:

  • Il Mar Egeo (tra la Turchia e la Grecia)
  • Il Mediterraneo centrale (tra la Libia/Tunisia e l’Italia)
  • Il Mediterraneo occidentale (tra il Marocco e la Spagna).

Chi siamo?

Alarm Phone è composto da volontari, la maggior parte dei quali ha esperienza di attivismo ai confini esterni dell’Europa, in reti come Welcome to Europe, Afrique Europe Interact, Borderline Europe, Noborder Morocco e Watch The Med.
Gli attivisti coinvolti nel progetto si trovano in diverse località, tra cui Tunisi, Palermo, Melilla, Tangeri, Cadice, Marsiglia, Strasburgo, Londra, Vienna, Zurigo, Berlino, Ginevra e Izmir, per citarne solo alcune. Sono coinvolti in gruppi locali, progetti di ricerca e/o campagne nelle tre regioni menzionate. Alcuni dei partecipanti hanno esperienza diretta, avendo attraversato il Mediterraneo loro stessi negli anni passati.

I membri del team si preparano usando manuali che raccolgono informazioni basate sulle esperienze di persone che hanno attraversato il Mediterraneo negli anni passati. Utilizziamo mappe online e ci basiamo sull’esperienza del progetto di monitoraggio Watch The Med che indaga i casi di morte e omissione di soccorso nel Mar Mediterraneo dal 2011.

Il progetto è supportato da un’ampia rete di sostenitori su entrambe le sponde del Mar Mediterraneo. Tra questi ci sono noti intellettuali e giornalisti, superstiti di naufragi e parenti di persone scomparse nel tentativo di raggiungere l’Europa. Il progetto è sostenuto e supportato da migranti che hanno esperienza diretta della violenza dei confini, e da cittadini indignati dalla situazione attuale.

I nostri obiettivi

Nel breve termine il progetto vuole assicurare che le operazioni di soccorso avvengano tempestivamente e prevenire violazioni dei diritti umani. Allo stesso tempo siamo consapevoli del fatto che le morti di migranti e rifugiati in mare potrebbero già essere una questione del passato se i confini e le politiche dei visti fossero eliminati.
È evidente che, senza un cambiamento drastico e radicale, le recenti tragedie nel Mar Mediterraneo continueranno. Pertanto il nostro obiettivo a lungo termine è di creare un mondo senza confini e di assicurare libertà di movimento per tutti.

Il progetto è una reazione diretta agli sviluppi delle politiche migratorie, tra cui il piano d’azione in dieci punti rilasciato il 20 Aprile 2015 dal Consiglio congiunto per gli Affari Esteri e gli Affari Interni dell’Unione Europea, le richieste dell’UE per il rafforzamento della missione Triton di Frontex, o l’accordo UE-Turchia. Vedi qui per maggiori informazioni.

La storia del Mediterraneo degli ultimi venti anni dimostra che una maggior militarizzazione delle rotte migratorie non porta ad altro che ad un aumento delle morti. Anche quando le rotte verso l’Europa sono bloccate da nuove tecnologie e politiche di sorveglianza, i migranti continuano ad arrivare. Sono semplicemente costretti a intraprendere percorsi più lunghi e pericolosi.

Le organizzazioni internazionali e i politici di ogni fazione attribuiscono la colpa per le morti nel Mar Mediterraneo ai trafficanti. Tuttavia, i trafficanti di esseri umani esistono solo finché esistono regimi di frontiera che impediscono a migranti e rifugiati di entrare legalmente in Europa e li costringono invece ad intraprendere viaggi costosi e pericolosi, e in clandestinità.

Le reti di trafficanti potrebbero già appartenere al passato se solo coloro che oggi muoiono in mare potessero raggiungere l’Europa legalmente. La politica dei visti che impedisce loro di farlo è stata introdotta solo venticinque anni fa.
Pertanto questo progetto mira a creare uno spazio mediterraneo di solidarietà reciproca e senza confini.

Un’iniziativa di: Welcome to Europe  |  Afrique Europe Interact  |  borderline-europe  |  Noborders Marocco  |  Forschungsgesellschaft Flucht und Migration  |  Voix des Migrants

Material