Lunedì scorso, la polizia greca ha pubblicato un comunicato stampa riguardo l’avvio di indagini penali nei confronti di 33 persone di quattro diverse ONG e due “cittadini di paesi terzi”. Secondo il comunicato, l’esposto accusava le persone della creazione di un’organizzazione criminale e di partecipazione alla stessa, di attività di spionaggio, di violazione di segreti di stato, nonché di facilitazione dell’ingresso di cittadini stranieri nel paese (1).
Nonostante il comunicato stampa non menzionasse il nome di alcuna ONG, né di individui, diversi articoli di giornale facevano riferimento ad Alarm Phone come uno dei gruppi coinvolti nelle indagini (2). Al momento, evitiamo di esprimerci pubblicamente sulle indagini in corso.
Al contrario, è nostra intenzione sottolineare i veri crimini che si stanno perpetrando ogni giorno!
I “SEGRETI DI STATO” CHE SONO STATI VIOLATI SONO FATTI NOTI |
Respingimenti, gravi forme di violenza, tra cui pestaggi, furti e uso di armi di fuoco contro persone e imbarcazioni, non assistenza, trasferimento forzato dei migranti a bordo di piccoli gommoni di soccorso (life-rats), e abbandono degli stessi alla deriva in mezzo al mare. Ovviamente, questi crimini sono compiuti da corpi dello stato Greco. Noi non siamo i soli testimoni di queste allarmanti evoluzioni. Diversi attori hanno pubblicamente riportato queste azioni illegali portate avanti dalla Guardia Costiera Greca (Hellenic Coast Guard) in mare e dalla polizia di frontiera a terra: l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), il Consiglio Greco dei Rifugiati (Greek Council of Refugees), Amnesty International, Human Rights Watch e altre organizzazioni per i diritti umani, le ONG, e i mass-media. (3) |
Lo stesso è accaduto riguardo la situazione nel campo profughi di Moria, che è pure menzionato come uno dei segreti di stato nel comunicato stampa della polizia greca. Non si tratta di un segreto ma di un fatto pubblico che esiste con il supporto e il finanziamento europeo: Moria si configura come il simbolo delle politiche migratorie europee, il cui scopo è scoraggiare le persone in movimento, calpestandone la dignità umana e i diritti.
Dall’inizio di marzo, le violazioni dei diritti umani hanno raggiunto un nuovo livello di gravità nel Mar Egeo. Questa escalation di violazioni è avvenuta di pari passo con atti di repressione nei confronti delle ONG e di ogni altra struttura di solidarietà verso rifugiati e migranti. Ovviamente lo Stato greco vuole eliminare testimoni dei crimini contro l’umanità che commette ogni giorno. Chiaramente la nostra attività lo disturba, considerando che, solo nell’ultimo anno, Alarm Phone ha testimoniato e documentato respingimenti e gravi violazioni dei diritti umani in numerosi casi. (4)
È opportuno notare che dalla nascita di Alarm Phone, sei anni fa, la nostra relazione con la Guardia Costiera Greca non è mai stata così complicata come oggi. Dall’ottobre 2014, abbiamo riferito circa 1.975 casi di persone in pericolo alla Guardia Costiera Greca e ad altre autorità greche. In diverse occasioni, abbiamo osservato come la Guardia Costiera facesse del suo meglio per soccorrere il più velocemente possibile. Avevamo stabilito una comunicazione veloce ed efficace in grado di facilitare i soccorsi, che era cruciale in tempi in cui ricevevamo 23 chiamate al giorno da imbarcazioni in pericolo nel Mar Egeo, e che resta cruciale ancora oggi.
Nelle primissime fasi del nostro progetto, ci eravamo rivolti apertamente a tutte le Guardie Costiere, spiegando il nostro ruolo e lo scopo di Alarm Phone. In questa lettera, dell’ottobre 2014, dicevamo: “Attraverso il nostro lavoro, la nostra speranza è quella di supportarvi nello svolgimento del vostro dovere quotidiano, ovvero quello di soccorrere le vite dei migranti. Allo stesso tempo, denunceremo con forza ogni fallimento in questa missione. Speriamo che le vostre istituzioni accettino sia il nostro contributo che l’assunzione di responsabilità che chiediamo, che è dovuta da parte di tutte le istituzioni pubbliche”. Questo è quello che abbiamo fatto in questi anni e che continueremo fare con determinazione.
L’incremento delle violazioni dei diritti umani e dei respingimenti non è un fenomeno che si verifica soltanto a livello locale, dalla Grecia verso la Turchia. Come Alarm Phone, osserviamo una tendenza ai respingimenti illegali da Malta e Italia verso la Libia e la Tunisia nel Mediterraneo centrale, così come dalla Spagna verso il Marocco nel Mediterraneo occidentale.
Chiediamo a coloro che sono solidali con le persone in movimento di promuovere la consapevolezza di quanto sta accadendo e di protestare contro i crimini contro l’umanità che sono perpetrati giornalmente nell’Egeo. Ogni rifugiato che viene respinto, ogni persona che viene abbandonata su una barca inadatta alla navigazione, ogni bambino in pericolo che non viene soccorso è una ragione sufficiente per alzarsi in piedi e far sentire la propria voce.
Non riusciranno a farci rimanere in silenzio!
(3) Reports about push-backs:
Greek Council of Refugees: https://www.gcr.gr/en/news/press-releases-announcements/item/1028-the-new-normality-continuous-push-backs-of-third-country-nationals-on-the-evros-river
Amnesty International: https://www.amnesty.org/en/documents/eur01/2077/2020/en/
Human Rights Watch: https://www.hrw.org/news/2020/08/21/greece-still-denying-migrant-pushbacks
New York Times: https://www.nytimes.com/2020/08/14/world/europe/greece-migrants-abandoning-sea.html
The Guardian: https://www.theguardian.com/global-development/2020/sep/27/catastrophe-for-human-rights-as-greece-steps-up-refugee-pushbacks
CNN: https://edition.cnn.com/2020/09/17/europe/greece-migrants-turkey-intl/index.html
(4) Alarm Phone on push-backs in the Aegean 2020: