Le pericolose manovre marittime di Malta

Testimonianze e video suggeriscono che le Forze Armate di Malta hanno messo in pericolo la vita di 101 persone alla deriva prima di facilitarne l’arrivo in Italia.

Il weekend di Pasqua è stato violento e letale nel Mediterraneo. Poco dopo che l’Italia e Malta hanno dichiarato i loro porti ‘non sicuri’ e li hanno chiusi allo sbarco di migranti, alcune imbarcazioni in pericolo sono state lasciate alla deriva nella zona europea di Ricerca e Soccorso (SAR). Contemporaneamente, le stesse venivano sorvegliate dalle autorità europee con mezzi aerei.

Diverse persone in pericolo sono state lasciate morire di sete o annegare, mentre venivano sorvegliate via aerea da Malta e Frontex.[1]

Quattro imbarcazioni avevano contattato Alarm Phone nei giorni attorno al week-end di Pasqua, tra il 10 e il 13 aprile 2020.[2]

  • Un’imbarcazione con 47 persone a bordo è stata lasciata alla deriva per diversi giorni della zona SAR maltese. Solo grazie all’intervento della ONG Aita Mari le persone sono state soccorse il 13 aprile;
  • Una seconda imbarcazione con 77 persone è arrivata autonomamente a Portopalo di Capopassero, in Sicilia, il 13 aprile;
  • Una terza imbarcazione con 63 persone a bordo è stata respinta illegalmente in Libia tra il 14 e 15 aprile. 12 persone sono morte a causa dell’omissione di soccorso da parte di Malta e il mancato trasporto verso un porto sicuro;
  • Una quarta imbarcazione con 101 persone a bordo ha raggiunto Pozzallo, in Sicilia, il 12 aprile. Quando avevano contattato Alarm Phone, le persone in pericolo avevano detto di essere in 85.

Mappa: i 4 casi di Pasqua. Il numero di persone a bordo mostrate nella mappa è diverso dal numero di persone che erano veramente a bordo. Queste differenze sono comuni. Fonte: Alarm Phone

Riguardo la quarta imbarcazione, in molti si erano chiesti come avesse fatto un gommone così affollato e malridotto a navigare per circa 500 chilometri da Zliten, a est di Tripoli, in Libia, fino a Pozzallo, nel Sud della Sicilia. In proposito, il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, aveva dichiarato: “È senza dubbio la nuova strategia dei trafficanti, che molto probabilmente hanno trasferito da una nave madre ad una imbarcazione più piccola tanti poveri disperati.”

Il sindaco non sapeva però che, in questo caso, secondo quanto riportato dai sopravvissuti, erano state le Forze Armate di Malta a “facilitare” l’arrivo della barca in Italia.

Mappa: Zliten-Pozzallo. Fonte: Alarm Phone

Un paio di settimane dopo il loro arrivo in Italia, alcuni dei 101sopravvissuti della quarta imbarcazione si sono messi di nuovo in contatto con Alarm Phone e hanno fatto luce su quello che era successo durante il loro viaggio in mare. I video che hanno condiviso, così come le loro testimonianze, sollevano molte preoccupazioni riguardo il comportamento delle Forze Armate di Malta. Secondo quanto riportato dai sopravvissuti le AFM – oltre a non aver fornito assistenza e averli messi in pericolo e minacciati – li avrebbero riforniti di benzina, sostituito il loro motore e indicato loro le coordinate GPS, invitandoli a proseguire verso l’Italia: tutte pratiche normalmente associate ai trafficanti.

Come documentato da Alarm Phone negli ultimi mesi, non sarebbe questo il primo coinvolgimento delle autorità maltesi in operazioni violente e illegali. In particolare nell’aprile 2020 le AFM hanno coordinato respingimenti verso la Libia dalla propria zona SAR, sabotato imbarcazioni di migranti, omesso il soccorso e rifiutato trasportato i migranti in un porto sicuro e lasciato morire diversi migranti al largo delle loro coste mentre organizzavano il loro respingimento verso la Libia a bordo di imbarcazioni private.

Una cronaca di violenza e di “facilitazione” di stato

Le 101 persone arrivate a Pozzallo il 12 aprile 2020 hanno contattato Alarm Phone venerdì 10 aprile alle 22:28 CEST. Dopo la prima chiamata d’emergenza, non è più stato possibile ristabilire il contatto. Inizialmente, ad Alarm Phone era stato detto che c’erano 85 persone a

bordo, e non abbiamo mai ricevuto la posizione GPS della barca in pericolo.

Il porto di Pozzallo

Dopo che una barca con 101 persone ha raggiunto Pozzallo, i loro familiari – che avevano contattato Alarm Phone – li hanno riconosciuti nei video che mostravano le persone sbarcare.

Nonostante la differenza tra il numero di persone a bordo (85 e 101), siamo stati in grado di confermare che si trattava dello stesso gruppo che ci aveva contattato. Per giorni, non siamo però riusciti a ricostruire il loro viaggio, dal momento che le persone erano state messe in quarantena.

Settimane dopo, il 3 maggio, uno dei sopravvissuti ha contattato Alarm Phone. Da allora, siamo riusciti a raccogliere video e testimonianze dei sopravvissuti che ci hanno permesso di ricostruire quanto accaduto mentre le 101 persone si trovavano in mare.

L’incontro con le Forze Armate di Malta

Secondo i sopravvissuti, il gruppo di 101 persone avrebbe lasciato la Libia nella tarda serata dell’8 aprile 2020 e si sarebbe diretto verso Nord. Il mattino dell’11 aprile (o così sembra) pareva riuscissero a vedere Malta. Una nave cargo li avrebbe avvicinati e detto di essere vicini a “Marsa” (presumibilmente Marsaxlokk, nel Sud-Est di Malta), per poi andarsene.

In seguito, un’imbarcazione bianca, non identificata, si sarebbe avvicinata per distribuire giubbotti salvagente, per poi sparire anch’essa.

Sopravvissuto A: “Dopo aver lasciato la Libia, abbiamo navigato per due giorni. Abbiamo visto navi cargo molto grandi. Non si sono avvicinate. In ogni caso, il terzo giorno, al mattino, verso le 5 di mattina, quando il sole stava sorgendo, abbiamo visto Malta, abbiamo visto gli edifici di Malta. Tutti erano felici, gridavano, ci siamo detti di aver raggiunto Malta. Stavamo per arrivare quando una barca ci ha trovati. Sembrava una nave cargo, una turca. Aveva scritto Turkya sullo scafo. Aveva una bandiera rossa con una luna e una stella (…). Ci ha salutati attraverso un megafono, ci ha detto ‘siete arrivati nell’area di Malta, dove volete andare?’ Poi (un uomo) è sceso su una piccola barca e si è avvicinato alla nostra, ci ha salutati e ci ha detto ‘questa città è Malta e questa città nello specifico è Marsa. Andate avanti per 30 minuti e sarete a Marsa, poi consegnatevi alle autorità.’ Gli abbiamo chiesto ‘potete prenderci a bordo e accompagnarci?’, e lui ci ha detto ’no, non posso, ho una nave cargo’. Così è tornato alla nave con la barca piccola e poi se n’è andato. E noi eravamo fermi, non ci siamo mossi.  

Dopo è arrivata un’altra nave di colore bianco. Ci hanno dato giubbotti di salvataggio rossi. Ci hanno chiesto quante persone eravamo, noi abbiamo contato e abbiamo detto di essere 101. Loro hanno detto ‘OK’, poi ci hanno dato i giubbotti, uno per uno. Non ci parlavano. Poi se ne sono andati, noi ci siamo messi i giubbotti di salvataggio e abbiamo iniziato a muoverci. Abbiamo navigato fino a quando siamo arrivati vicino a questa città chiamata Marsa. Fino a quando le forze Armate di Malta ci sono venute incontro.

I sopravvissuti hanno riportato che, in seguito, una nave delle AFM si sarebbe avvicinata: come si può chiaramente vedere dal filmato, era la nave AFM P02.

Foto ufficiale di P02 delle AFM. Fonte: Forze Armate di Malta

Secondo i sopravvissuti, le AFM avrebbero poi richiesto il loro telefono satellitare, in cui avrebbero inserito delle coordinate GPS per la Libia. Il telefono sarebbe poi stato restituito alle persone in difficoltà, e gli sarebbe stato detto di tornare in Libia.

Alarm Phone: Quel video è stato filmato quando eravate vicini a Marsa?

Sopravvissuto A: Sì. Quando siamo arrivati a Marsa, ci si è avvicinata una piccola imbarcazione di plastica. Era come la nostra, ma piccola.

Alarm Phone:: Era quella che si vedeva nel video?

Sopravvissuto A: Sì, questo è successo appena prima del video. Ci siamo trovati senza gasolio e ad ancora 30 minuti dalla città. Ci hanno detto ‘dateci il vostro GPS e il telefono satellitare’. Gli abbiamo dato il GPS. Hanno cambiato la configurazione per farci tornare in Libia. Ci hanno detto di tornare in Libia e hanno configurato il GPS.

Secondo i sopravvissuti, le AFM li avrebbero minacciati e tentato di obbligarli a invertire la rotta e tornare a Sud. Spaventati e tentando di farsi salvare dalle autorità Maltesi, diverse persone si sono buttate in mare, rischiando la vita, anche se fortunatamente indossavano i giubbotti di salvataggio.

Secondo quanto riportato dai sopravvissuti, e come ben visibile nel filmato – invece di soccorrere immediatamente le persone in mare, le AFM hanno condotto manovre pericolose vicino alle persone in acqua, mettendo in ulteriore pericolo quelle a bordo del gommone.

Sopravvissuto A: Abbiamo detto che no, non saremmo tornati in Libia, eravamo arrivati a Malta. In ogni caso, quando ci siamo gettati in acqua e abbiamo iniziato a nuotare, loro hanno iniziato a girarci attorno col motoscafo (la barca piccola, il PO2) per non farci nuotare verso la costa. Hanno iniziato a fare queste manovre per non farci andare avanti. Le persone in acqua – anch’io ero uno di loro – indossavano vestiti pesanti e il giubbotto salvagente. Nessuno aveva nuotato nel mare prima di quel momento. Circa 20 o 25 persone si sono buttate nel mare, quasi annegando. Quando ci hanno visti in quelle condizioni, ci hanno dato delle corde e ci hanno detto di tenerci ad esse, di legarle alla nostra barca e di risalire sulla barca. ‘Non vi faremo tornare in Libia’, ci hanno detto. Noi abbiamo risposto ‘no, voi ci farete tornare in Libia, non ci muoviamo.’ Poi è arrivata un’imbarcazione grande, molto grande. Era di colore grigio. Tra il grigio e il bianco, con la bandiera di Malta.

Sopravvissuto B: Quando ci siamo buttati in acqua, sembrava che volessero ammazzarci. Hanno alzato le onde [col motoscafo], noi abbiamo bevuto acqua ed eravamo stanchissimi perché l’acqua era molto salata. L’acqua di mare è molto salata. Hanno fatto tutto questo perché non arrivassimo a Malta. 

Invece di far salire le persone in mare a bordo della propria imbarcazione, le AFM avrebbero solo fornito delle corde per farle risalire nel gommone. Secondo i sopravvissuti, una seconda imbarcazione sarebbe arrivata sul posto e un ufficiale avrebbe informato le persone in pericolo che a Malta c’era il Coronavirus e perciò non avrebbero potuto farli sbarcare. Un sopravvissuto ha riportato che le AFM li avrebbero anche minacciati con delle pistole.

Sopravvissuto A: Ci si sono avvicinati e un uomo ci ha parlato. Era un uomo alto, vestito di nero. ci ha detto ‘A Malta c’è un virus chiamato Corona, forse sapete di cosa si tratta. Non vi possiamo portare a riva, a Malta sono tutti malati e Malta è così piccola che non vi ci possiamo portare tutti.’ Quando non siamo tornati sulla nostra barca, hanno visto che non volevamo salire a bordo. Tre di loro, vestiti con l’uniforme della polizia, si sono appesi delle armi alla cintura, fucili e pistole. Si sono alzati in piedi di fronte a noi, sulla loro imbarcazione. Sul ponte della barca più grande. Si sono alzati in piedi, hanno puntato le armi e ci hanno detto ‘vi diamo 30 minuti’. 

Alarm Phone: Stai dicendo che vi hanno minacciati con delle armi?

Sopravvissuto A: Sì, avevano delle armi, 3 fucili e 3 pistole. Le pistole erano appese al loro braccio e impugnavano i fucili. Quando hanno alzato le armi, ci siamo spaventati. Abbiamo preso le corde e siamo tornati a bordo della nostra barca. Ci hanno poi distribuito dell’acqua, 35 bottigliette d’acqua da un quarto di litro, 250ml.

Sopravvissuto B: Hanno impugnato le armi per spaventarci ma non ci hanno sparato. Eravamo stanchissimi, ma ci hanno detto di tornare indietro. Non ci lasciavano andare avanti, ma eravamo tutti stanchissimi di stare in mare.

In seguito, pare che le forze maltesi abbiano attaccato delle corde al gommone e che abbiano iniziato a trainarlo. Durante questa manovra, riporta il sopravvissuto A, il motore del gommone si è rotto. “Quando ci hanno trainati con le corde, il motore si è rotto e il motoscafo l’ha colpito molte volte.” Un sopravvissuto ha anche dichiarato che c’era un aereo che sorvolava il punto in cui si trovavano, ed era arrivato dalla direzione di Malta.

Le persone in difficoltà erano decise a non tornare in Libia e l’hanno messo in chiaro con le AFM. Secondo le testimonianze, a quel punto gli ufficiali maltesi gli avrebbero consegnato 5 taniche di gasolio e un nuovo motore, ma avrebbero anche inserito nel telefono satellitare delle nuove coordinate GPS dicendogli di continuare il loro viaggio verso l’Italia.

Sopravvissuto A: Quando abbiamo preso l’acqua, erano circa le 11 del mattino. C’era sole, ma non era molto forte. Fino alle 2 o 3 del pomeriggio il sole si muoveva in un’altra direzione. Ci hanno detto ‘OK, abbiamo deciso di non rimandarvi in Libia.’ Eravamo tutti felici e abbiamo gridato ‘Allah Akbar’. Ci hanno detto ‘vi indicheremo la rotta verso l’Italia.’ Gli abbiamo detto ‘no, non abbiamo più gasolio’ e loro ci hanno detto ‘OK, vi daremo del gasolio.’ Ce ne hanno dati 5 galloni, 40 litri. Ci hanno detto ‘prendete questi’. Il colore dei galloni era nero e c’era scritto sopra qualcosa in inglese. Ce li hanno dati e noi li abbiamo presi.

Abbiamo acceso il motore ma non funzionava. Abbiamo detto alla nave grande che il motoscafo aveva attaccato una corda alla nostra barca per tirarci indietro e aveva sbattuto contro il motore molte volte, così il motore si era rotto. Ci hanno dato un 45 o 40 Yamaha. Dopo che ci hanno dato il motore, l’abbiamo installato e riempito di gasolio. Poi ci hanno dato una bussola in un contenitore di legno. ci hanno detto che c’erano due zeri, ‘quando l’ago della bussola punta verso i due zeri, seguite quella rotta fino a che vi troverete in una città in Italia.’ Abbiamo detto di sì. A quel punto, abbiamo iniziato a muoverci e il sole è tramontato, erano circa le 5 o 6 del pomeriggio. Abbiamo proseguito fino a quando, alle 10 del mattino dopo, siamo arrivati in Italia. 

Secondo altri due sopravvissuti, una nave delle AFM (una nave arancione non ancora identificata) gli avrebbe indicato la strada durante la notte mentre si muovevano verso la Sicilia, per poi andarsene al mattino.

Nave delle AFM nello sfondo

Sopravvissuto B: Poi l’imbarcazione grande ci si è avvicinata, e ci ha detto ‘venitemi dietro, seguitemi’. Abbiamo lasciato Malta alla nostra sinistra, e noi eravamo a destra dell’isola, quindi non siamo arrivati a Malta. Abbiamo visto le luci di Malta, e loro hanno detto, seguiteci, seguiteci, ma non andate a Malta. Li abbiamo seguiti per 12 ore, tutta la notte. Dalle 6:00 di sera alle 6:00 di mattina. Ci hanno dato carburante. E la mattina presto ci hanno detto di andare avanti sempre dritto, ‘non andate da questa o da quella parte’. Ci hanno lasciati in mare e se ne sono andati. Poi abbiamo proseguito finché non abbiamo raggiunto l’Italia. Non ci ha aiutato nessuno finché non siamo arrivati in Italia…

Sopravvissuto C: C’era un uomo che ci ha detto che ci sono così tante persone nel Mediterraneo, e ‘io vorrei portarvi in Italia, se potete seguirmi’ – ha detto, ‘non abbiamo nessuna protezione per il corona virus su questa nave, quindi dovete seguirmi. Ci hanno detto ‘siamo stati mandati dal governo, quindi sto salvando la vita delle persone nel Mediterraneo, non posso uccidervi e non posso torturarvi, non vi sto minacciando ma se potete seguirmi fino all’Italia vi salverò la vita’, ci ha detto di seguirli. Li seguiamo così per tutta la notte alle 6 circa. Ci hanno portato fino all’Italia, e la mattina presto, dopo che abbiamo raggiunto l’Italia (ci) hanno detto che l’Italia non è lontana da qui, l’Italia è lì, quindi ci hanno detto l’Italia è lì, andate avanti e noi torniamo a Malta. Ci hanno detto ‘non possiamo spingervi fino all’Italia’, intendendo il porto, ‘quindi torneremo al nostro paese, ma l’Italia è lì quindi andate ed entrate’.

Le 101 persone sono arrivate al porto di Pozzallo il 12 Aprile 2020 e sono state messe in quarantena.

Il gommone dopo lo sbarco a Pozzallo

Domande per le autorità maltesi

Siamo lieti che le 101 persone in pericolo abbiano infine raggiunto un porto sicuro ma, ciò nonostante, abbiamo diverse domande in merito alla condotta delle Forze Armate di Malta (AFM). Queste ultime anziché soccorrere immediatamente le persone e portarle in un Place of Safety (porto sicuro), nel rispetto di quanto previsto dalla legge, avrebbero messo ulteriormente in pericolo le loro vite.

Potete specificare dove ha avuto luogo questo episodio? Ha avuto luogo nelle acque territoriali di Malta? Quali navi AFM erano coinvolte in questo caso?

Considerate che le manovre operate dalla nave P02 di AFM, come mostrato in questo video, siano rispettose degli standard previsti nelle operazioni Ricerca e Soccorso?

Considerate persone in un gommone sovraffollato, così come le persone già in acqua che rischiano di annegare vicino la costa Maltese, essere in una situazione di pericolo?

È la prima volta che avete ordinato a un gruppo di migranti su un’imbarcazione vicina alla costa maltese di tornare in Libia?

È la prima volta che avete fornito posizioni GPS, carburante e motore a persone in pericolo in mare per farle proseguire verso l’Italia?

Domande per le autorità italiane ed europee

Le autorità italiane erano informate di questo caso di 101 persone in pericolo e della presenza di questa barca prima del suo approdo sulle coste della Sicilia?

Se sì, quali misure sono state adottate dalle autorità italiane per salvaguardare le vite delle persone a bordo?

Questa barca è stata monitorata da qualche aereo dell’UE, italiano o maltese, in volo dalla Libia a Malta, o da Malta all’Italia? Se sì, quali misure sono state adottate? E quali autorità sono state informate?

Le istituzioni dell’Unione Europea ritengono che le azioni di Malta, uno dei suoi stati membri, siano permissibili? Ci saranno ripercussioni per uno stato membro che commette violazioni eclatanti delle convenzioni per i diritti umani, del diritto d’asilo e del diritto del mare? Ci sarà qualche ripercussione per l’Agenzia europea della guardia di frontiera Frontex, che è stata coinvolta nell’individuazione delle barche di migranti tramite velivoli?

 

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[1] Molte imbarcazioni avevano contattato Alarm Phone nei giorni precedenti il week-end di Pasqua. In molti di questi casi avevamo constatato ritardi, mancata assistenza e sabotaggi.

[2] https://twitter.com/alarm_phone/status/1249090461668605954?s=20, https://twitter.com/alarm_phone/status/1249406975852654597?s=20, https://twitter.com/alarm_phone/status/1248996011743248386?s=20.

Alarmphone on X

⁨🆘 from 5 people on #Rhodos, #Greece!

They report that they have been stuck on the island for 2 days, so far no help arrived. 1 person among them is in a severe medical emergency situation & needs medical assistance NOW!
@HellenicPolice & @HellenicCoastGuard are informed.⁩⁩

⚫ Shipwreck off #Libya

On 15 November, Alarm Phone was alerted to 30 people in severe distress when fleeing from Libya. We lost contact to the boat & had to learn later that they shipwrecked. According to the so-called Libyan coastguard, 17 people survived while 13 are missing.

⚫️ Another shipwreck off #Tunisia: A survivor told us they departed #Sfax on the evening of 8.11. with 51 other people in an 8-meter-long boat. After struggling with engine problems, the boat capsized on Friday noon due to harsh weather conditions. 1/3

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