Sabato 14 marzo 2020, RCC Malta ha coordinato un’operazione di respingimento dalla zona di ricerca e soccorso (SAR) maltese alla Libia, in cooperazione con l’agenzia di frontiera dell’UE Frontex e la cosiddetta guardia costiera libica.[1] Analogamente agli eventi documentati il 18 ottobre 2019, le autorità maltesi hanno incaricato la cosiddetta guardia costiera libica di entrare in una zona SAR europea per sequestrare 49 persone e costringerle a tornare in Libia.[2] Invece di rispettare le convenzioni sui rifugiati e sui diritti umani, le autorità maltesi hanno coordinato un’operazione di grave violazione del diritto internazionale e del principio di non respingimento, poiché le persone soccorse in mare devono essere portate in un porto sicuro.[3] E’ noto che la Libia non sia un porto sicuro ma un paese in guerra dove avvengono violazioni sistematiche dei diritti umani. Ogni settimana Alarm Phone riceve testimonianze di torture, stupri e altre forme di violenza contro i migranti detenuti nei campi e nelle carceri libiche.
Lo stesso giorno abbiamo avvisato le Forze Armate di Malta di una seconda barca in pericolo nella zona SAR maltese con 112 persone a bordo.[4] Prima di essere salvate, le persone hanno trascorso circa 48 ore in mare. Malta ha ritardato il salvataggio di oltre 18 ore, mettendo a rischio 112 vite. Omissione di soccorso, ritardi nell’assistenza e respingimenti stanno diventando la norma nel Mediterraneo centrale, causando traumi a sopravvissuti, sparizioni e morti, sia in mare che in Libia.
L’Europa continua a delegare i controlli di frontiera alle autorità libiche per sottrarsi alla responsabilità di portare in salvo in Europa le persone in pericolo. Riteniamo l’Europa responsabile degli abusi e delle sofferenze inflitte ai migranti in mare e in Libia. Condanniamo il ruolo delle istituzioni e degli Stati membri europei, tra cui Malta e l’Italia, in queste violazioni dei diritti umani attraverso accordi bilaterali, nonchè il finanziamento, l’equipaggiamento e l’addestramento delle cosiddette guardie costiere libiche.
Riepilogo del respingimento by proxy:
Sabato 14 marzo 2020 alle ore 15:33 Alarm phone ha ricevuto una chiamata di soccorso da 49 persone, tra cui una donna incinta e tre bambini, che stavano cercando di fuggire dalla guerra in Libia. Avevano lasciato Tripoli la sera prima su una barca di vetroresina bianca. Hanno condiviso la loro posizione GPS con noi, che li ha mostrati chiaramente nella zona SAR maltese (34 °26 ′ 39 ”N, 14 ° 07 ′ 86 ″ E, alle 15:33). Le persone a bordo ci hanno detto che avevano perso il motore e che stavano imbarcando acqua. Abbiamo immediatamente informato RCC Malta e la guardia costiera italiana via e-mail. Abbiamo ricevuto posizioni GPS aggiornate dalle persone in difficoltà alle ore 16:22 (34 ° 26 81 ′ N, 014 ° 08 ′ 56 ″ E) e alle ore 17:07 (N 34 ° 27 ′ 12 ″, E 014 ° 09 ′ 37 ″), confermando entrambe che erano alla deriva all’interno della zona SAR maltese.
Alle 17:42 RCC Malta ha confermato telefonicamente di aver inviato due motovedette per i due eventi SAR nella zona SAR maltese dei quali li avevamo avvisati: uno per la barca di 49 persone e un altro per il gommone con 112 persone a bordo. Poco dopo, alle 17:45, abbiamo parlato con le 49 persone in pericolo, che ci hanno detto di vedere una barca dirigersi nella loro direzione. Sfortunatamente la conversazione si è interrotta e non siamo stati in grado di chiarire ulteriori dettagli. Questo è stato il nostro ultimo contatto con le persone in difficoltà e poi non siamo più riusciti a raggiungerle. Da allora abbiamo cercato di ottenere ulteriori dettagli da RCC Malta, ma sostenevano di non avere alcuna informazione.
Tuttavia, fonti confidenziali ci hanno informato che un velivolo di Frontex aveva individuato la barca con i migranti già alle 6:00 di mattina, quando era ancora nella contestata zona SAR libica. Alle 18.04, la nave della guardia costiera libica Ras Al Jadar ha intercettato la barca nella zona SAR maltese in posizione N34 ° 26 ‘, E 14 ° 07’. Ciò significa che l’agenzia di frontiera europea Frontex, MRCC Roma e RCC Malta erano tutti consapevoli di questa barca in pericolo e hanno cooperato con le autorità libiche per farle entrare nella zona SAR maltese e intercettare l’imbarcazione.
Domenica 15 marzo 2020 alle 7:00 siamo stati chiamati dai parenti delle persone a bordo che ci hanno detto che le persone in difficoltà li avevano appena informati che erano stati sequestrati da una nave libica all’interno della zona SAR maltese e che erano tornati in Libia, dove, secondo le loro testimonianze, sono stati imprigionati e picchiati. Nel pomeriggio siamo stati chiamati dalle persone che erano sulla barca e hanno testimoniato che prima che avvenisse il respingimento avevano visto un elicottero volare sopra di loro. Circa 30 minuti dopo, secondo le loro testimonianze, una nave della cosiddetta guardia costiera libica è arrivata sulla scena. Le persone hanno affermato che gli ufficiali libici hanno usato violenza nei loro confronti, picchiandoli ripetutamente. Hanno anche affermato che è stato impedito loro di filmare e documentare questi abusi confiscando i loro telefoni. Inoltre, le persone hanno riferito di aver viaggiato insieme a un’altra barca, un gommone bianco con circa 60 persone a bordo (di cui 7 donne e 1 donna con un bambino di nove mesi). Anche questa seconda barca[5] è stata intercettata e riportata in Libia e i suoi passeggeri hanno subito simili forme di violenza e abusi.
Ulteriori prove degli eventi possono essere richieste tramite: media@alarmphone.org
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[1] https://twitter.com/alarm_phone/status/1238850047758008320
[2] https://alarmphone.org/en/2019/10/23/back-to-the-libyan-warzone/
[3] Violazione delle convenzioni SAR nonché dell’Art. 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo e dell’Art. 33 della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati.
[4] https://twitter.com/alarm_phone/status/1238707826857594880
[5] https://twitter.com/AngiKappa/status/1238850559026900996?s=20