Comunicato stampa congiunto del Palermo Charter Platform Process

Comunicato stampa congiunto del Palermo Charter Platform Process sui risultati del vertice dei ministri degli interni dei paesi UE tenutosi a Malta il 23 settembre e dei conseguenti negoziati tenutesi in Lussemburgo l’8 ottobre 2019. 

09/10/2019

L’accordo di Malta (“accordo sul meccanismo temporaneo di accoglienza e distribuzione”) non è una soluzione conquistata con fatica, ma nient’altro che una parziale soluzione di emergenza. 

Noi, le iniziative e le reti della società civile europea, i sindaci delle città europee e le organizzazioni non governative di ricerca e soccorso (SAR), chiediamo una soluzione reale adeguata all’entità della crisi umanitaria nel Mar Mediterraneo.

Oltre 15.000 persone sono morte nel Mar Mediterraneo negli ultimi cinque anni. “Ogni singola persona è una di troppo”, afferma Alessandra Sciurba di Mediterranea Saving Humans. “Quando riceviamo chiamate di soccorso da persone sulle barche, temono sia di annegare che di essere riportate in Libia. La contrattazione e affidamento alle forze libiche del controllo delle frontiere dell’UE e le intercettazioni di massa in mare devono cessare”, chiede Maurice Stierl di WatchTheMed Alarm Phone. “L’istituzione di una missione di salvataggio europea operativa e sostenibile è assolutamente necessaria per prevenire le morti nel Mar Mediterraneo. Purtroppo, manca ancora nell’accordo di Malta”, aggiunge Sciurba.

L’accordo siglato a Malta è una farsa, in quanto ignora il fatto che molte navi di soccorso civile vengono bloccate o confiscate dalle autorità statali. Inoltre, non affronta la situazione in cui vengono poste le navi mercantili. “I futuri meccanismi di ricollocazione devono tenerne conto al fine di prevenire ulteriori casi di non assistenza e respingimenti illegali in Libia. Chi sarà responsabile dell’istituzione di una missione di salvataggio che corrisponda alla portata della crisi? Francamente, le misure proposte non sono all’altezza delle nostre già limitate aspettative.” ammette Oliver Kulikowski di Sea-Watch. L’accordo temporáneo sugli sbarchi non affronta in alcun modo la causa principale per cui queste persone fuggono: i campi di detenzione libici. L’UE si rifiuta, ogni volta,  di trovare una soluzione reale per le persone coinvolte nel fuoco incrociato della guerra civile libica. “La collaborazione tra l’UE e la criminale guardia costiera libica si traduce in respingimenti illegali che sono vietati dal diritto internazionale. Questa non è una soluzione e non fa altro che peggiorare ulteriormente l’insopportabile situazione dei rifugiati intrappolati in Libia “, afferma Alina Lyapina del movimento tedesco Seebruecke. “Chiediamo un’evacuazione immediata e diretta di tutti i rifugiati dai campi di detenzione libici in Europa. Qualsiasi altra cosa sarebbe inaccettabile per noi “, continua.

Sottolineiamo che devono essere prese in considerazione le grandi capacità di accoglienza delle città europee. Nella sola Germania, oltre 100 città e comuni sono disposti ad accogliere rifugiati. “Per noi, salvare vite in mare o in qualsiasi altro frangente, non è semplicemente un atto di buona volontà. Fornire aiuto ai bisognosi è parte integrante della società in cui vogliamo vivere, che si basa sulla solidarietà transnazionale, l’universalità dei diritti umani, l’accettazione e l’apertura globale”, dichiara su Neckar Stephan Neher, sindaco della città tedesca di Rottenburg.

Le terribili tragedie nel Mar Mediterraneo e a Moria possono essere evitate in modo semplice: chiediamo agli Stati dell’UE di rimuovere tutte le restrizioni imposte alla società civile e alle iniziative delle singole città sulla politica migratoria. Vogliamo agire in modo responsabile, accogliere le persone salvate e trattarli con dignità e rispetto. “Se cercano una nuova casa, siamo pronti a offrirne una nelle nostre comunità. Possono essere napoletani, palermitani, berlinesi o barcellonesi, se vogliono.” Conclude Luigi de Magistris, sindaco di Napoli.

Contatti:

Alessandra Sciurba, Mediterranea Saving Humans: alesciurba@yahoo.it,
Telefono: +393928394572

Maurice Stierl, WatchTheMed Alarm Phone: Maurice.stierl@gmail.com,
Telefono: +491636926037

Oliver Kulikowski, Sea-Watch: presse@sea-watch.org,
Telefono: +4915792354723

Alina Lyapina, Seebrücke: alina@seebruecke.org,
Telefono: +4915750786736

Stephan Neher: Stephan.neher@rottenburg.de,
Telefono: (+49) 07472 / 165-201

Laura Marmorale, Città di Napoli: laura.marmorale@comune.napoli.it,
Telefono: +393383031201

 

 

Cos’è il Palermo Charter Platform Process?

Siamo ONG umanitarie e di soccorso, organizzazioni della società civile e gruppi di attivisti, tra cui Sea-Watch, Alarm Phone, Mediterranea Saving Humans, Seebrücke, Aita Mari, Jugend Rettet, Borderline Europe, Inura, Open Arms e Benvenuti in Europa, così come i rappresentanti di diverse città e comuni europei, come Napoli, Barcellona e Palermo, tutti uniti sotto lo slogan “Dal mare alle città!” La nostra rete nacque a Palermo nel 2018 nello spirito della Carta di Palermo, con la sua domanda centrale per il diritto alla mobilità. Noi chiediamo il rilascio di tutte le navi per il salvataggio civile, la fine della criminalizzazione del salvataggio in mare e della solidarietà, che si ponga inmediatamente fine alla collaborazione dell’UE con la Libia e altri “paesi terzi” coinvolti in gravi violazioni dei diritti umani. Sosteniamo i corridoi umanitari –  il trasferimento e la distribuzione dei rifugiati e dei migranti verso i paesi desiderati – e prendiamo inspirazione dal lavoro e la dimostrazione di solidarietà delle città santuario in tutta Europa.