Arrivi a Lampedusa: Solidarietà e resistenza di fronte alla crisi dell'accoglienza in Europa!

In seguito all’arrivo di un numero record di persone in movimento a Lampedusa, la società civile esprime la sua profonda preoccupazione per la risposta degli Stati europei in materia di sicurezza, per la crisi dell’accoglienza e ribadisce la sua solidarietà alle persone in movimento che arrivano in Europa.

Lampedusa, foto scattata davanti all’hotspot, 14 settembre 2023. Photo Credits: Maldusa

Oltre 5.000 persone e 112 imbarcazioni: è questo il numero di arrivi registrati sull’isola italiana di Lampedusa martedì 12 settembre. Le imbarcazioni, la maggior parte delle quali arrivate autonomamente, provenivano dalla Tunisia o dalla Libia. In totale, dall’inizio dell’anno sono giunte sulle coste italiane oltre 118.500 persone, quasi il doppio rispetto alle 64.529 registrate nello stesso periodo del 2022[1]. L’accumulo di numeri non ci deve far dimenticare che, dietro ogni numero, c’è un essere umano, una storia individuale e che le persone continuano a perdere la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa.

Sebbene Lampedusa sia da lungo tempo una destinazione per le imbarcazioni di centinaia di persone che cercano rifugio in Europa, le strutture di accoglienza dell’isola sono carenti. Martedì, il salvataggio caotico di un’imbarcazione ha causato la morte di un bambino di 5 mesi, caduto in acqua e immediatamente annegato, mentre decine di imbarcazioni continuavano ad attraccare nel porto commerciale. Per diverse ore, centinaia di persone sono rimaste bloccate sul molo, senza acqua né cibo, prima di essere trasferite nell’hotspot di Lampedusa.

L’hotspot, un centro di primo filtro dove le persone appena arrivate vengono tenute lontane e separate dalla popolazione locale e pre-identificate prima di essere trasferite sulla terraferma, con i suoi 389 posti, non ha alcuna capacità di accogliere dignitosamente le persone che arrivano quotidianamente sull’isola. Da martedì, il personale del centro è stato completamente sopraffatto dalla presenza di 6.000 persone. Alla Croce Rossa e al personale di altre organizzazioni è stato impedito di entrare nella struttura per “motivi di sicurezza”.

Giovedì mattina, molte persone hanno iniziato a fuggire dall’hotspot saltando le recinzioni a causa della situazione disumana che si stava vivendo. Nel frattempo, di fronte all’incapacità delle autorità italiane di fornire un’accoglienza dignitosa, la solidarietà locale ha preso il sopravvento. Molti abitanti si sono mobilitati per organizzare distribuzioni di cibo per coloro che si sono rifugiati in città[2].

Inoltre, diverse organizzazioni stanno denunciando la crisi politica in Tunisia e l’emergenza umanitaria nella città di Sfax, da cui parte la maggior parte dei barconi per l’Italia. In questo momento circa 500 persone dormono in piazza Beb Jebli, senza quasi nessun accesso a cibo e assistenza medica[3]. La maggior parte è stata costretta a fuggire da Sudan, Etiopia, Somalia, Ciad, Eritrea o Niger. Dopo le dichiarazioni razziste del presidente della Tunisia, Kais Saied, molti migranti sono stati espulsi dalle loro case e dai loro posti di lavoro[4]. Altri sono stati deportati nel deserto, dove alcuni sono morti di sete.

Mentre queste deportazioni di massa sono in corso e la situazione a Sfax continua a deteriorarsi, l’UE ha concordato tre mesi fa un nuovo accordo sulla migrazione con il governo tunisino, al fine di cooperare “in modo più efficace sulla migrazione”, sulla gestione delle frontiere e sulle misure “anti-contrabbando”, con una dotazione di oltre 100 milioni di euro. L’UE ha accettato questo nuovo accordo con piena consapevolezza delle atrocità compiute dal governo tunisino, compresi gli attacchi perpetrati dalle guardie costiere tunisine alle imbarcazioni dei migranti[5].

Nel frattempo, osserviamo con preoccupazione come i diversi governi europei stiano chiudendo le porte e non rispettino le leggi sull’asilo e i più elementari diritti umani. Mentre il ministro degli Interni francese ha annunciato l’intenzione di rafforzare i controlli alla frontiera italiana, anche diversi altri Stati membri dell’UE hanno dichiarato di voler chiudere le porte. Ad agosto, le autorità tedesche hanno deciso di interrompere i processi di selezione dei richiedenti asilo che arrivano in Germania dall’Italia nell’ambito del “meccanismo di solidarietà volontaria”[6].

Invitata domenica a Lampedusa dalla primo ministro Meloni, la presidente della Commissione europea Von der Leyen ha annunciato un piano d’azione in 10 punti che conferma questa risposta securitaria[7]. Rafforzare i controlli in mare a discapito dell’obbligo di soccorso, aumentare il ritmo delle espulsioni ed intensificare il processo di esternalizzazione delle frontiere… tutte vecchie ricette che l’Unione europea attua da decenni e che si sono rivelate fallimentari, oltre ad aggravare la crisi della solidarietà e la situazione delle persone in movimento.

Le organizzazioni sottoscritte chiedono un’Europa aperta e accogliente e sollecitano gli Stati membri dell’UE a fornire percorsi sicuri e legali e condizioni di accoglienza dignitose. Chiediamo che vengano presi provvedimenti urgenti a Lampedusa e che vengano rispettate le leggi internazionali che tutelano il diritto d’asilo. Siamo sconvolti dalle continue morti in mare causate dalle politiche di frontiera dell’UE e ribadiamo la nostra solidarietà alle persone in movimento!

 

Afrique-Europe-Interact
Alarme Phone Sahara (APS)
Alarme Phone Sahara – Mali
Alternative Espaces Citoyen – Niger
Anafé (association nationale d’assistance aux frontières pour les personnes étrangères)
Another Europe is Possible
ARCOM – association des réfugiés et communautés migrantes au Maroc
Are You Syrious?
Associazione studi giuridici sull’immigrazione (ASGI)
Association AFRIQUE INTELLIGENCE
Association Beity
Association d’aide des Migrants en Situation Vulnérable (AMSV) Oujda / Maroc
Association des Etudiants et Stagiaires Africains en Tunisie (AESAT)
Association Féministe Tanit
Association Lina Ben Mhenni
Association de solidarité avec les travailleurS/euses immigré.es (ASTI) des Ulis / France
Association pour la promotion du droit à la différence (ADD)
Association pour les Migrants-AMI, Nîmes, France
Association Sentiers-Massarib
Association Tunisienne de défense des libertés individuelles (ADLI)
Association Tunisienne pour les droits et les libertés (ADL)
Aswat Nissa
Avocats Sans Frontières (ASF)
Association Damj
BELREFUGEES, Plateforme Citoyenne / Belgium
borderline-europe- Menschenrechte ohne Grenzen
Boza Fii – Sénégal
CCFD-Terre Solidaire
CGTM Mauritanie
Chkoun Collective
Coalition des Associations Humanitaires de Médenine
Collectif Droit de Rester, Lausanne
Comité de Vigilance pour la Démocratie en Tunisie – Belgique
Comité pour le respect des libertés et des droits de l’homme en Tunisie (CRLDHT)
CompassCollective
Connexion
Damj l’association tunisienne de la justice et légalité
DZ Fraternité
Emmaüs Europe
European Alternatives
Fédération des tunIsiens citoyens des deux rives (FTCR)
Groupe de Recherche et d’Actions sur les Migrations (GRAM), Bamako / Mali
Groupe d’information et de soutien des immigré.e.s (Gisti)
iuventa-crew
Jeunesse Nigérienne au service du Développement Durable (JNSDD) – Agadez / Niger
Komitee für Grundrechte und Demokratie e.V.
La Cimade
La coalition tunisienne contre la peine de la mort
LasciateCIEntrare
Ligue Algérienne pour la Défense des Droits de l’Homme (LADDH)
Ligue des droits de l’Homme (LDH) – France
Ligue tunisienne des droits de l’homme (LTDH)
Maldusa
medico international
MEDITERRANEA Saving Humans
Mem.med:mémoire Méditerranée
Migrants’ Rights Network
migration-control.info project
Migreurop
MV Louise Michel
Paris d’Exil
Pro-Asyl
Push-Back Alarm Austria
r42-SailAndRescue
Refugees in Libya
Refugees in Tunisia
ResQ – People Saving People
RESQSHIP
Salvamento Marítimo Humanitario (SMH)
Sea-Watch
Seebrücke – Schafft sichere Häfen
Solidarité sans frontières (Sosf)
SOS Balkanroute
SOS Humanity
Statewatch
Tunisian Forum for Social and Economic Rights (FTDES)
Union des travailleurs immigrés tunisiens (UTIT)
United4Rescue
Vivre Ensemble | asile.ch
Watch the Med Alarm Phone
Welcome to Europe network
Zusammenland gUG/ MARE*GO

 

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[1] Reuters, “Italy’s Lampedusa island hit with record migrant arrivals”, 12 septembre 2023,

https://www.reuters.com/world/europe/italys-lampedusa-island-hit-with-record-migrant-arrivals-2023-09-12/

[2] Maldusa, “Lampedusa’s Hotspot System: From Failure to Nonexistence”, 14 septembre 2023 https://www.maldusa.org/l/lampedusas-hotspot-system-from-failure-to-nonexistence/

[3] Déclaration “Urgence humanitaire au Gouvernorat de Sfax : la société civile tire la sonnette d’alarme face à une situation inacceptable”, 14 septembre 2023

https://euromedrights.org/publication/urgence-humanitaire-au-gouvernorat-de-sfax-la-societe-civile-tire-la-sonnette-dalarme-face-a-une-situation-inacceptable/

[4] Migration-control.info-project, “Mass deportations and EU externalisation in Tunisia: Press Review and Critics”, 2 août 2023

https://migration-control.info/en/blog/mass-deportations-and-eu-externalisation-in-tunisia-overview-press-review-and-critics/

[5] Alarm Phone, “Deadly policies in the Mediterranean: Stop the shipwrecks caused off the coast of Tunisia”, December 19, 2022, https://alarmphone.org/en/2022/12/19/deadly-policies-in-the-mediterranean/

[6] La Repubblica, ” Migranti, da Berlino stop ad accoglienza dei richiedenti asilo dall’Italia”, 12 septembre 2023

https://www.repubblica.it/cronaca/2023/09/12/news/migranti_da_berlino_stop_ad_accoglienza_dei_richiedenti_asilo_dallitalia-414254801/?ref=RHLF-BG-I414254188-P2-S1-T1

[7] Commissione europea, “Press statement by President von der Leyen with Italian Prime Minister Meloni in Lampedusa”, 17 settembre 2023

https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/statement_23_4502

 

Alarmphone on X

⁨🆘 from 5 people on #Rhodos, #Greece!

They report that they have been stuck on the island for 2 days, so far no help arrived. 1 person among them is in a severe medical emergency situation & needs medical assistance NOW!
@HellenicPolice & @HellenicCoastGuard are informed.⁩⁩

⚫ Shipwreck off #Libya

On 15 November, Alarm Phone was alerted to 30 people in severe distress when fleeing from Libya. We lost contact to the boat & had to learn later that they shipwrecked. According to the so-called Libyan coastguard, 17 people survived while 13 are missing.

⚫️ Another shipwreck off #Tunisia: A survivor told us they departed #Sfax on the evening of 8.11. with 51 other people in an 8-meter-long boat. After struggling with engine problems, the boat capsized on Friday noon due to harsh weather conditions. 1/3

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